Impianto Aspirazione Industriale

IMPIANTI ASPIRAZIONE INDUSTRIALE

 

Gli impianti di aspirazione industriali sono ormai presenti in moltissimi settori, visti i benefici che offrono e la loro obbligatorietà per legge.
Dunque risulta indispensabile per le aziende capire cosa sono e a cosa servono, qual è la normativa vigente a riguardo e quanto costano.

 

Che cosa sono e a cosa servono


È opportuno iniziare conoscendo meglio che cosa sono e a cosa servono.

Gli impianti di aspirazione industriali sono delle installazioni impiegate in diversi settori: da quello dell’alluminio a quello della plastica, da quello meccanico a quella chimico, dalle cartiere al settore del legno. E poi ancora trovano impiego nei cementifici, nelle tintorie, nelle industrie tessili, in quelle dei rifiuti e in ulteriori aggiuntive.

Si tratta di impianti composti da canna fumaria e da accessori come tappi, fascette, terminali, serrande a ghigliottina e via dicendo.
Gli elementi fondamentali sono quindi, oltre all’aspiratore, il sistema di captazione (cappa aspirante, braccio aspirante, banco aspirante o cabina), la tubazione di trasporto del fluido e il gruppo filtrante (filtro a carboni attivi, filtro a tasca, filtro a manica, filtro a cartuccia o filtro elettrostatico).
In seguito alla funzione che svolgono, il componente fondamentale del sistema di aspirazione sono i filtri industriali.

Essi, infatti, servono per filtrare ed eliminare le polveri prodotte durante la lavorazione di determinati materiali. È proprio a questo che servono tali impianti, finalizzati anche all’aspirazione di nebbie oleose, odori, fumi e solventi.

Infatti, la lavorazione di determinati tipi di materiali produce sostanze inquinanti che minacciano la salute dei lavoratori, l’ambiente e i cicli produttivi. Per tali motivi è indispensabile un accurato controllo dei particolati che vengono emessi, nonché l’aspirazione e il filtraggio delle sostanze nocive.
Ciò è necessario anche per garantire il rispetto delle norme vigenti.

Dunque, lo scopo principale è quello di abbattere le polveri, depurare l’aria e migliorarne la qualità negli ambienti industriali.

 



I gas e le polveri inquinanti passano attraverso l’impianto d’areazione dei ventilatori industriali, che contribuiscono alla sicurezza e alla qualità dei processi produttivi.
Si tratta di dispositivi per la movimentazione dell’aria inquinata all’interno dell’impianto di aspirazione; ciò avviene attraverso la creazione di una pressione negativa nei condotti che li collegano alle varie cappe d’aspirazione.
Dunque la cappa ha il compito di raccogliere l’inquinante prodotto alla sorgente, mentre il ventilatore deve creare la portata e la prevalenza necessarie alla captazione ed al trasporto all’esterno degli inquinanti.

L’abbattimento delle sostanze nocive comporta diversi vantaggi per le aziende interessate: il miglioramento delle condizioni sanitarie e della salute dei dipendenti, fino ai benefici organizzativi ed economici.

Questi sistemi di aspirazione sono vari e differenti: da quelli elicoidali a quelli assiali a quelli centrifughi, fino all’aspirazione centralizzata industriale.
Per tal motivo ogni azienda deve valutare quello più adatto in relazione al settore in cui opera e alle caratteristiche dei materiali trattati.

 


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Normativa


La depurazione dell’aria deve garantire il rispetto della normativa vigente in materia di tutela ambientale e sanitaria.

Infatti, la legge prevede l’installazione obbligatoria degli impianti di depurazione industriale, col fine di minimizzare la quantità di inquinanti presenti nell’aria.

La normativa persegue questo scopo per due motivi principali: tutelare la salute del personale e creare condizioni lavorative meno pericolose, nonché salvaguardare l’ambiente da emissioni tossiche.

Dunque, un’azienda deve necessariamente disporre di impianti di aspirazione industriale per la conformità dei luoghi di lavoro, come indicato al titolo II del D.lgs. 81/2008, e per il rispetto dei principi generali di prevenzione (riferimento normativo: art. 63 comma 1, art. 64 comma 1 lett. a – Allegato IV – Artt. 15 -18 – 224 del D.lgs. 81/08).

 

Impianti per fumi


Gli impianti per fumi rientrano negli obblighi previsti per legge, dacché sono compresi nelle misure previste dall’allegato IV: fanno parte dei requisiti minimi dell’ambiente di lavoro.

Ciò è dovuto al fatto che i fumi industriali sono molto dannosi per la salute del personale, in quanto tossici e causa di problemi respiratori, irritazioni, asma, allergie e manifestazioni tumorali.
Ma lo svantaggio è anche un altro: le particelle contenute nei fumi possono depositarsi in corrispondenza delle pareti, dei pavimenti e dei macchinari; questi ultimi vengono ad usurarsi più facilmente, diminuendo così le prestazioni e minando la produttività aziendale.

Per questi motivi il trattamento dei fumi è indispensabile, laddove si utilizzino ad esempio dei forni industriali.
Esso avviene grazie ad appositi impianti che portano il flusso inquinante verso il gruppo di filtraggio; un sistema di canalizzazione porta poi l’aria verso l’esterno.

Il processo svolto dagli impianti per fumi si compone di:

  • Aspirazione dalla sorgente inquinante;
  • Filtrazione dell’aria per la sua depurazione;
  • Espulsione dell’aria.

 

 

Impianti per trucioli legno


Gli impianti per trucioli di legno sono aspiratori che, secondo la classificazione di pericolosità delle polveri, sono attinenti alla classe M (per polveri a rischio medio).

Tra questi aspiratori si distinguono due tipi principali, ovvero quelli:

  1. A ciclone.
    Il motore in questo caso va da 0,3 fino a 20 Hp, arrivando anche oltre nel caso di impianti di aspirazione centralizzata. La sua funzione è di far girare una ventola che separa il truciolo più spesso da quello più sottile, mandando l’aria nel filtro che si occupa della depurazione.
    Questi sistemi sono capaci di produrre un ingente volume d’aria con una depressione limitata, il che risulta ideale per il trasporto del truciolo.
  2. A turbina.
    Questi aspiratori hanno invece una piccola girante che aspira l’aria e le polveri, trattenute da un filtro; essa è montata su di un motore ad altissima rotazione (da 20.000 a 40.000 giri/minuto).
    Il flusso d’aria viene convogliato all’esterno e rientra depurato nell’ambiente industriale.

I silos per l’aspirazione e la raccolta di polveri e trucioli vengono impiegati per la separazione di queste sostanze dall’aria; esse vengono immagazzinate in un cassone di raccolta o in un locale di contenimento.

L’aspirazione è garantita da un ventilatore posizionato a monte dell’impianto.
La polvere passa per i filtri da cui viene trattenuta e poi separata dall’aria una volta all’interno dell’impianto; l’aria filtrata entra nel ventilatore e poi è emessa all’esterno tramite apposite tubazioni, mentre il materiale è immagazzinato in una camera nella parte inferiore dell’impianto. 

 

Quanto costa un impianto


Per sapere quanto costa un impianto bisogna riferirsi innanzitutto alle caratteristiche dello stesso.
Ad esempio, se esso è centralizzato i prezzi andranno sicuramente a crescere, aggirandosi a circa 10 euro per mq.
Dunque dai
500 euro si può arrivare ad oltre 2000€.
Ciò dipende anche dall’ampiezza degli spazi da servire e dalla qualità del sistema da installare.

Nella stima del costo bisogna però anche considerare la possibilità di usufruire di agevolazioni. Infatti è utile sapere che l’impianto di aspirazione e filtrazione industriale può godere di benefici fiscali.
La Legge di Bilancio 2019 approvata dalla Camera conferma le tre aliquote di maggiorazione per gli impianti di aspirazione industria 4.0 effettuati dal 1° gennaio 2019. Dunque l’iperammortamento sale al 270%.

Ciò è valido solo se sono presenti i requisiti dell’industria 4.0 previsti dalla normativa, tra cui la possibilità di controllo automatico dei giri del ventilatore e la gestione remota.

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