Supply Chain Manager Stipendio
Il supply chain manager
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Nel mondo aziendale, dove ogni compito richiede la massima concentrazione e una precisione senza margini di errore, una figura essenziale per il benessere dell’impresa spicca per meriti e importanza incontrastata.
I dipendenti svolgono un ruolo fondamentale, poiché senza di essi, sarebbe praticamente impossibile fornire un prodotto o un servizio da mettere sul mercato; tuttavia, esiste una figura ulteriore, delle volte non menzionata, che detiene un compito gravoso e assai importante, il che fa di esso un onere e un onore al medesimo tempo. Senza il suo contributo, in effetti, l’intera catena di approvvigionamento finirebbe per collassare senza alcun preavviso, o nel peggiore dei casi, neanche esisterebbe.
Quella figura prende il nome di supply chain manager.
Non tutti sono in grado di eseguire gli stessi compiti all’interno della supply chain, come questa figura professionale, poiché i suoi ruoli sono molteplici e ognuno di essi ha a che fare con prendere determinate decisioni e trattare solidamente con clienti e fornitori. In breve, si potrebbe affermare che il benessere economico (e talora anche interno) di un’azienda passa fra le loro mani sapienti.
Molte persone interessate all’incarico si chiedono quanto duramente possa lavorare un manager della catena di approvvigionamento e, soprattutto, quanto sia remunerato il suo sforzo. Dopotutto, nessuno penserebbe a un lavoro, né tantomeno lo accetterebbe, se prevedesse una paga ritenuta insoddisfacente.
Sebbene il primo quesito sia ristretto alla sola replica dell’azienda, è possibile rispondere al secondo grazie alla stima della media.
Lo stipendio del supply chain manager
La paga della figura del manager della catena di approvvigionamento, è senza dubbio relativa alla mansioni che svolge e al modo in cui si applica. Ovviamente, qualora un manager del calibro non dovesse immettere gli giusti sforzi nel lavoro, potrebbe incappare in una riduzione dello stipendio, in sanzioni, o -nella peggiore delle ipotesi- nel licenziamento. Sarebbe certamente una sciagura, eppure, capita piuttosto spesso.
Lo stipendio annuale del Supply Chain Manager, il lordo si intende, che la figura può ottenere, si aggira attorno ai 60-65.000 Euro.
Che siano inclusi bonus, clausole e via dicendo, dipende soltanto dall’imprenditore che stipula il contratto.
Facendo una stima mensile, che tra l’altro, sembra essere quella più emblematica, il supply chain manager guadagna una somma pari a 5000euro o più. È davvero una cifra notevole, soprattutto se relazionata ai tempi moderni sprofondati in una crisi nera.
Il mercato, tuttavia, sembra averne risentito in maniera contenuta.
Nonostante la domanda possa essere inferiore se comparata agli anni precedenti, lo è in realtà di poco. Inoltre, vi è da dire che una buona parte del successo aziendale, è dato anche dall’Supply Chain Manager. Ciò vale a dire che il suo impegno, qualora portasse a dei traguardi ragguardevoli, potrebbe addirittura beneficiare alle sue tasche, poiché una maggiore disponibilità economica dell’azienda, corrisponde (sempre con le giuste motivazioni) alla crescita esponenziale delle proprie.
Non si tratta ovviamente di una sicurezza, bensì di una possibilità che il manager dovrebbe prendere in considerazione per attuarsi meglio nel lavoro, così aumentando le probabilità di ottenere il cosiddetto “aumento”.
Se lo stesso valesse anche per gli operai, sarebbe un mondo senza dubbio migliore.
Conclusioni
Chiarito il dubbio sullo stipendio medio del supply manager, va comunque ribadito che questo lavoro non è assolutamente per tutti. Esistono vari tipi di persone al mondo e, alcune di esse, per aspetti caratteriali, non riescono a imporsi con decisione nei riguardi di terzi. Il manager della catena di approvvigionamento è senza dubbio oberato di impegni che in circostanze tutt’altro che eccezionali, finisce per trasportare anche tra le mura domestiche. Essere perennemente disponibile, anche per rispondere con celerità ed esaustivamente alle richieste dei clienti e alle tempistiche dei fornitori, non è un fattore associabile alla maggioranza dei lavoratori.
Con giustezza, un operaio -dopo una giornata estenuante di lavoro- desidera ottenere un meritato riposo e non intende offrire le sue prestazioni anche in casa. È obiettivamente ragionevole.
Allo stesso modo, con un salario di netto maggiore, se paragonato al medesimo di un immatricolato, il manager della supply chain può godere di una stabilità economica maggiore e di uno stile di vita conseguentemente più agiato, sebbene ugualmente o più stressante. In fin dei conti, essere presente in ogni istante della giornata, esclusa l’ovvia sera, rappresenta un taboo per tanti e un’opportunità ghiotta per altrettanti.