Supply chain 4.0

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Supply chain 4.0

Con il progresso nel mondo industriale, il quale non sembra proprio volersi arrestare, la supply chain assume l’aspetto di un imprescindibile fattore. Difatti, permette di controllare con celerità e chiarezza gli aspetti che consentono a un prodotto di giungere sul mercato col tempo e il prezzo adeguato.

Se qualcosa dovesse andare storto in soltanto uno dei settori che compongono la supply chain, i danni potrebbero essere irreparabili e sarebbero in grado di causare ingenti perdite a una o più aziende. Il modo migliore per occuparsi della supply chain, è quello di affidarsi a un supply chain manager, il quale adotterà tutti i provvedimenti, strategie varie e backup plans per contrattare con terzi e affrontare eventuali imprevisti.

È un mestiere duro e che non potrà mai fare per tutti, eppure, un numero sempre più alto di giovani si sta istruendo con l’intento di divenire, un giorno, supply chain manager di un’azienda, meglio se riconosciuta ampiamente sul mercato.

La catena di approvvigionamento è dunque essenziale ai fini di progredire dal punto di vista del capitale e della popolarità del brand. Inoltre, con la recente industria 4.0 (la quarta rivoluzione industriale per antonomasia, avvenuta nel 2011) la supply chain ha raggiunto ammirabili livelli di progressione ed evoluzione.

 

La supply chain e l’industria 4.0

È dunque impossibile negare che la supply chain, per merito della quarta rivoluzione industriale, sia andata incontro a un cambiamento esponenziale, tanto che in numerosi, fra imprenditori e studiosi del fenomeno, la nominano spesso con l’appellativo di “supply chain 4.0″. Il fatto che addirittura lo stato, con il suo iperammortamento, invogli le aziende a modernizzarsi e a stare al passo coi tempi, implica quanto l’industria dei giorni presenti abbia fatto passi da gigante.

Un’azienda che oggi rifiuta di attenersi alle falcate del progresso e che, di conseguenza, mantiene una supply chain obsoleta (per non dire fuori luogo) corre il severo rischio di inabbisarsi in mari troppo oscuri e gravosi per riuscire a rimettersi in sesto con velocità e minime perdite. 

Le macchine apportate dall’industria 4.0 sono più veloci, efficienti e consumano nettamente di meno! A differenza dei macchinari vetusti, i quali, tra le altre cose, non sono neppur dotati di intelligenza artificiale. L’utilizzo delle macchine moderne migliora la produzione di un’azienda e dal fatto ne concerne un improvement a effetto domino dell’intera catena di approvvigionamento: prima l’ordine sarà pronto, prima ci si potrà concentrare sul prossimo.

Semplice!

In addizione, grazie ai risparmi scaturiti dal basso consumo, il capitale dell’azienda aumenterà ulteriormente e l’imprenditore potrà investire meglio e con più oculatezza.

Un altro aspetto fondamentale correlato al legame tra supply chain e l’industria 4.0 riguarda il basso tasso di inquinamento -talora nullo, addirittura- prodotto dalle macchine moderne. A dirla tutta, questo è uno dei principali motivi per cui l’Italia, emulando altri stati europei, ha deciso di risarcire entro 10 anni tutte le imprese che hanno optato per l’acquisto di macchine aggiornate e nature-friendly.

Si tratta di un cambiamento epocale nei sistemi di un’azienda: la stessa supply chain all’interno di essa potrebbe andare in contro a dei mutamenti irreversibili. Senza dubbio, si tratta di un’evenienza che spaventa molteplici supply chain managers, le cui intenzioni sono quelle di restare abbrancati con le unghie e con i denti alle vecchie abitudini della consueta catena di approvvigionamento. 

Le spese a breve termine e i guadagni invece fissati nel lungo termine, giocano a sfavore dell’adottamento dei nuovi macchinari, ma allo stesso tempo, rallentano di molto l’ evoluzione della catena di approvvigionamento.

Il consiglio, ad ogni modo, è quello di mettersi in pari quanto prima ed evitare che in futuro giungano sanzioni da parte dello stato a causa degli stessi macchinari che si è deciso di conservare.

 

Conclusioni

In sintesi, è lecito asserire che una supply chain aggiornata e più green risulterebbe meno complicata da gestire sotto ogni punto di vista. Certamente, i dipendenti necessiterebbero di un periodo di stazionamento al fine di abituarsi all’utilizzo proprio delle macchine moderne.

Quantunque nei primi frangenti si possa registrare un calo più o meno vistoso della produzione e una conseguente incapacità di rispondere a ogni domanda, con il tempo sarà invece un piacere riscontrare miglioramenti evidenti.

Se comparata allo stile della supply chain abitudinaria, la catena di approvvigionamento derivata dall’industria 4.0 offre introiti maggiori e gestione semplificata.

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