Autista Camion: un lavoro davvero usurante

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Il camionista: un lavoro usurante

Al giorno d’oggi, esistono molteplici lavori che richiedono uno sforzo non indifferente. La maggior parte di essi si basa su operazioni fisiche, mentre altri, pur non riconoscendo azioni richiedenti uno sforzo muscolare, sono allo stesso modo estenuanti.

Basti pensare  ai due poli opposti del muratore e dell’insegnante: il primo manovale, il secondo assai più incentrato sull’utilizzo dell’intelletto. Ovviamente, ciò non vale a dire che un’occupazione sia più importante di un’altra, poiché la modernità ha finalmente asserito (e giustamente, anche) che ogni lavoro è assegnato a un esperto del campo; dunque, ogni essere umano ricopre un ruolo fondamentale nella società odierna.

Purtroppo, vi sono ancora dei perfezionamenti da attuare, sicché non tutti vantano un aspetto lavorativo nella propria vita, malgrado lo ricerchino con ogni mezzo a disposizione. Ma non è tutto, perché alcuni lavori, nonostante la paga apparentemente buona, se non ottima, sono in grado di stremare fisicamente e mentalmente un individuo, fino al punto da impedirgli la conduzione di un’esistenza normale, come si suol dire.

Il camionista è esattamente uno di quei lavori, che piova o scocchi il sole, che grandini o che nevichi, sull’asfalto o sulle lastre di ghiaccio -come accade in Alaska- il camionista deve essere puntuale e consegnare il carico che gli viene affidato.

 

 

Il lavoro usurante degli autisti

In questo caso, per autisti si intende i soli guidatori dei camion, questi possono essere sia dipendenti, che autonomi anche conosciuti come “padroncini”. Difatti, mettere a disposizione le proprie abilità alla guida per un ente pubblico, come può essere il trasporto provinciale, è assai differente. Il lavoro ha un suo massimo di ore e non sono previsti turni sfiancanti. Per il camionista, tuttavia, la situazione cambia.

L’autista in questione si occupa si spostare mezzi pesanti di grande importanza e spesso l’intera pressione derivante dal destino di un intero lavoro (e talora di un’intera azienda) grava sulle sue spalle robuste. In poche parole, si può assumere quanto segue: oltre a orari talora orientati sulle ventiquattro ore di viaggio ammettenti le sole soste corporali, l’autista del camion deve rispettare aspettative enormi, talora al limite dell’impossibile.

Di certo si ha  la grande opportunità di vedere molti posti e di visitarli, seppur celermente, con la propria guida, ma allo stesso tempo si riduce sensibilmente il tempo da dedicare alla propria famiglia e a sé stessi. I ritmi scaturenti da questa mansione potrebbero finire per sfiancare il corpo e la mente di chi ne affronta i dettami.

Il lavoro usurante degli autisti dovrebbe essere ringraziato e rispettato. Anche tra le multinazionali, senza far nomi, i famosi corrieri o coloro che lavorano per la logistica conto terzi, sono costretti a effettuare turni sfiancanti e spesso non ottengono (se gli va bene) che un misero aumento, il quale -in tal caso- sarebbe più che meritato. Tutto ciò che è possibile dire, è che determinati lavori meritando di essere ampliamente riconosciuti.

 


<< Scopri l’antenato del camion “la macchina a vapore”>>


 

L’importanza dei camionisti è imprescindibile. Essi trasportano autoarticolati contenenti cemento, materie prime e prodotti alimentari, ma non solo, perché sono anche in grado di “dare uno strappo” ad animali da fattoria come cavalli, mucche, pecore, tori.

Un loro ritardo potrebbe causare gravi perdite a un’azienda, la quale, attraverso la supply chain, tiene conto di ogni mezzo locomotore a cui si affida.

Conclusioni

È dunque lecito assumere che il camionista necessiti di essere trattato più come una persona, che come un automa. Guidare senza sosta per ore e ore, di notte e di mattina, porta allo stremo le forze dell’individuo. Si può essere resistenti e professionisti quanto più lo si desidera, ma i limiti fondamentali del corpo umano devono essere comunque rispettati. Per questa ragione, non sempre delle ottime paghe risolvono il problema. I soldi ripagano il tempo, ma è la salute che curano con estremo ritardo.

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