Mulino Industriale

mulino industriale

 

Il mulino industriale è il centro nevralgico di alcuni tipi di cicli produttivi.
La lavorazione può riguardare diversi tipi di materiale, essere variamente alimentata e svolgersi in maniera differente.
Vista la sua rilevanza e varietà, è utile capire cos’è, come funziona, quali sono le sue diverse tipologie e a quanto possono ammontare i costi.

 

Cos’è


È bene innanzitutto specificare cos’è il mulino industriale e come si compone.

Si tratta di uno strumento che, sfruttando una forza diversamente prodotta, genera lavoro meccanico.

Col mulino (o molino) può essere designata la macchina o l’intero complesso di impianti destinati a:

  • Macinazione

  • Pulitura

  • Stacciatura

  • Separazione

La macinazione è l’operazione principale, ovvero quella attraverso cui corpi solidi (ad esempio il cereale) vengono frantumati e ridotti in piccolissime particelle (ad esempio la farina).

I solidi da macinare possono essere di diverso tipo: cristalloidi, amorfi o colloidi, di natura minerale, vegetale o animale.

Un mulino generalmente si compone di:

  • Organo macinante, con differente configurazione.

    Si possono avere mole affacciate fra le quali deve passare il materiale, o pesi che cadono da una certa altezza e colpiscono quest’ultimo.
    Ancora, possono essere costituiti da martelli montati su un albero che colpiscono il materiale violentemente e lo rompono.

Questa differenza dà vita a diversi tipi di mulini.

  • Supporto dell’organo macinante.

  • Asse motore.

  • Tramoggia (che contiene il materiale da macinare).

  • Involucro esterno (che può essere o meno dotato di organi staccianti per il prodotto macinato).

 

Come funziona


Per capire come funziona un mulino bisognerebbe porre un discrimine tra i suoi vari tipi.

Ad ogni modo, è possibile prendere a riferimento il funzionamento dei mulini industriali più moderni.
Esso consiste in vari step, quali:

  1. Una coclea (tubo per la movimentazione industriale di prodotti solidi) trasporta un determinato prodotto (si prenda ad esempio il grano) dentro il pulitore.

  2. Quest’ultimo avvia il processo di pulitura, ovvero di separazione del grano da impurità da eliminare (ad esempio pagliuzze).

  3. Il prodotto passa successivamente nel separatore, adibito a separare il grano buono da quello spezzato. Quest’ultimo viene eliminato.

  4. Quello tenuto nel processo lavorativo viene lavato con dell’acqua corrente.

  5. Il grano pulito viene trasportato da una lunga coclea nei cassoni di riposo, dove sosta per un determinato tempo.
    In questa fase si realizza l’assorbimento di adeguata quantità di umidità, necessario prima della macinazione.

  6. A questo punto il grano passa nei laminatoi.
    Si tratta di macine che, man mano, frantumano il materiale in pezzi di dimensioni molto piccole.
    I laminatoi possono svolgere funzioni diverse.

    Infatti, si distinguono quelli:
  • Di rottura.
    Essi servono a rompere il chicco del grano, come in questa fase.

  • Di rimacina.
    Essi possono essere usati nelle fasi successive del processo per rimacinare prodotti intermedi.

  1. Il grano così spezzato arriva poi in delle macchine chiamate plansifter.
    Qui avviene la separazione dei prodotti: ad esempio farina bianca dalla crusca dalla semola.
    Tali macchine servono infatti per classificare le varie componenti, rendendo possibile la selezione della farina.

    All’interno del plansifter sono presenti pile di stacci sovrapposti.
    In ognuna, gli stacci superiori presentano le velature a maglia più larga e quelli inferiori a maglia più stretta.

 

Le frazioni più leggere e di grossa dimensione, possono passare ad appositi silos di stoccaggio nel magazzino o rimanere nel processo.
Le frazioni più fini e pesanti escono dal processo per essere inviate ai silos.
Dalla parte intermedia della pila di stacci escono prodotti che necessitano di ulteriori lavorazioni.

  1. Ad esempio la semola, ottenuta dalla macinazione del cuore del chicco, continua il processo e passa nella semolatrice.
    Tale macchina provvede alla setacciatura e pulitura.

  2. Tutti gli altri prodotti precedentemente separati seguono un percorso diverso.
    In tubi distinti vengono trasferiti nelle bocchette di insacco.
    Qui avviene il loro confezionamento.

 

Tipologie


Esistono diverse tipologie di mulino industriale.
Esse possono essere distinte con diversi criteri, ad esempio per:

  • Tipo di macinazione
  • Prodotto da lavorare 
  1. Energia sfruttata

Nel primo caso è possibile individuare tipologie come:

  • Mulino a pietra o a palmenti.
    Esso si compone di 2 mole affacciate (di pietra o metalliche).
    Una di queste ruota intorno al suo asse centrale così che il materiale, scaricato dalla tramoggia al centro della mola superiore, passa nello spazio tra le due mole.
    In tal modo viene macinato per pressione e per sfregamento.

  • Mulino a martelli.
    All’interno della camera di macinazione si trova un albero orizzontale, con diversi elementi d’urto o battitori.
    Quando il materiale entra, viene lanciato contro le pareti e frantumato dai martelli, che nel moto si dispongono radialmente lasciando un piccolo spazio fra essi e la carcassa.

  • Mulino a sfere o a palle.
    È così chiamato in quanto la macinazione è effettuata da sfere di metallo o da pietre levigate.
    Queste, assieme al materiale, sono contenute in un cilindro ad asse orizzontale.
    Quest’ultimo ruota a velocità tale che le palle vengano trascinate dalle pareti del cilindro fino a una certa altezza, per poi ricadere sul materiale macinandolo per urto.

  • Mulino a pestelli.
    I pestelli sono alberi metallici verticali che terminano con blocchi cilindrici: le masse battenti.
    Il funzionamento di questo mulino si deve ad un meccanismo eccentrico: esso solleva i pestelli e li lascia ricadere sul materiale da macinare, che viene così frantumato.

  • Mulino a dischi.
    È così chiamato in quanto costituito da due dischi verticali e paralleli.
    Questi ruotano in verso opposto, attorno a un asse comune e sono muniti di denti fissi.
    Il materiale da macinare viene introdotto dalla tramoggia al centro del primo disco e, trascinato dalla forza centrifuga, urta contro i denti.
    La frantumazione avviene proprio per urto contro i denti.

  • Mulino a cilindri.
    Si compone di 2 o più cilindri d’acciaio, paralleli e rotanti attorno al proprio asse.
    La frantumazione avviene per un’azione simultanea di compressione, recisione e fruizione nel passaggio dei grani stessi tra le superfici dei cilindri controrotanti. 

Inoltre, come detto, le tipologie di mulino sono distinguibili anche in base al materiale da frantumare.
Vi sono ad esempio quelli per:

  • Farina
  • Mais
  • Caffè
  • Pepe
  • Sale
  • Tanno
  • Olio
  • Grano
  • Cereali 

Infine, in base alla forza sfruttata, vi sono mulini:

  • A vento
  • Ad acqua
  • A vapore
  • A elettricità

 

Costo


Per quanto riguarda il costo, esso è estremamente variabile.
Infatti, come visto, esiste una moltitudine di tipologie con caratteristiche, componenti e funzionamento differente.

Anche il livello tecnologico può variare, incidendo significativamente sui prezzi.
Ad esempio, l’integrazione con un software per la gestione della produzione potrebbe far lievitare l’investimento.

Questo è il motivo per cui è difficile stabilire un costo netto e definitivo.

Ad ogni modo, si può tener presente che la spesa iniziale è difficilmente inferiore ad alcune migliaia di euro.

 

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