Impianti Condizionamento Industriali

condizionamento industriale

 

Gli impianti di condizionamento industriale sono soluzioni adottate dai più svariati settori e tipi di aziende.
Ciò è motivato sia dall’obbligo normativo che dalla loro funzionalità, imprescindibile per alcune attività produttive.

La regolazione della temperatura, che viene mantenuta stabile e costante, consente di agevolare in modo particolarmente incisivo tutti i processi produttivi.

Pertanto, è utile capire cos’è un climatizzatore industriale, in cosa consiste e a cosa serve un impianto di condizionamento, quali fattori sono rilevanti per la sua progettazione e quali sono i costi.

 

Climatizzatore industriale: cos’è


Prima di approfondire l’argomento, è opportuno capire bene che cos’è un climatizzatore industriale.

Si tratta di un macchinario complesso, specificatamente progettato per fabbriche, capannoni industriali e stabilimenti produttivi.

La configurazione classica del climatizzatore industriale prevede che esso sia composto da componenti come:

  • Una griglia ripresa aria;
  • Un evaporatore;
  • Un filtro a rete;
  • La ventola e il suo motore;
  • Il compressore rotativo.

Naturalmente, esistono svariati modelli che si caratterizzano per diverse dimensioni, potenze e funzionamento.

In ogni caso, questo macchinario è presente in ogni attività industriale e manifatturiera in cui il processo produttivo prevede la generazione di calore.
Dunque, esso è funzionale al controllo del livello di umidità e della temperatura; l’obiettivo è che essi rimangano ottimali, così da non inficiare negativamente sul funzionamento degli altri macchinari, sul risultato del processo produttivo e sulla salute dei lavoratori.

Infatti e per di più, se utilizzati correttamente, impediscono anche la trasmissione di batteri e il diffondersi di patologie infettive.
Integrati dalla presenza di ventilatori industriali assiali, impiegati anche per far passare attraverso le tubazioni dell’impianto di areazione i gas o le polveri inquinanti, consentono di migliorare la qualità dell’aria.

La presenza dei climatizzatori industriali in fabbriche, capannoni e stabilimenti non è solo opportuna per tali motivi, ma anche prescritta a livello normativo.
Infatti, il Decreto legislativo numero 81 del 9 aprile 2008 e le norme UNI EN 10339 e UNI EN 13779 stabiliscono l’obbligo di presenza e di manutenzione di questi macchinari in qualunque luogo dove i processi produttivi sviluppano calore.

La manutenzione obbligatoria dovrebbe essere effettuata entro certi lassi temporali, che variano in base alla tipologia di condizionatore.
Essa consiste nel togliere i detriti e la sporcizia dal condensatore rimuovendo la griglia sopra le ventole. Si può anche usare dell’acqua corrente per pulire le alette del ventilatore. Per altro, è bene tener presente che esistono dei detergenti sgrassanti specifici per queste componenti.

Se questi macchinari sono soggetti a una corretta manutenzione, si danneggeranno e deterioreranno meno di frequente e avranno una durabilità maggiore.
Ciò comporta, oltre al risparmio energetico, uno di tipo economico.

Ma i vantaggi riguardano anche un contesto lavorativo più sicuro e salubre, vista la minor esposizione degli operatori a germi e batteri; fattore che tra l’altro aiuta l’attività a prosperare per la ridotta insorgenza di incidenti.

Inoltre, il rinnovo e la filtrazione dell’aria per generare aria pulita e di qualità (stesso obiettivo dei banchi aspiranti) rappresenta una vera e propria necessità per alcuni settori, in virtù di merce e materiali trattati.

 


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Impianto di condizionamento industriale


L’impianto di condizionamento industriale, come visto, è un vero e proprio obbligo normativo per attività produttive che sviluppano calore durante i propri processi.

La sua rilevanza è evidente in settori come quello alimentare, in cui le lavorazioni devono avvenire a temperature controllate e stabili.
Ciò è indispensabile per evitare il deterioramento della merce trattata: i prodotti alimentari possono deperire, sviluppare muffe e batteri, comportare rischi per il consumatore finale laddove non siano salubri.

La stessa necessità riguarda il settore siderurgico.
Infatti, i macchinari per la lavorazione dei metalli utilizzano temperature altissime per sciogliere il materiale e quindi l’impianto di condizionamento industriale viene impiegato per mitigare il calore sprigionato.

Un altro esempio è rappresentato nella catena della logistica del freddo, in cui il controllo della temperatura è imprescindibile per evitare il riscaldamento industriale.
Infatti, i settori afferenti trattano principalmente prodotti che hanno bisogno di rimanere a temperature basse e costanti che quindi, con gli impianti d’aria condizionata industriali, vengono tenute sotto una certa soglia.

La medesima necessità riguarda anche le sale metrologiche, in cui polvere e inquinanti sono totalmente da evitare.

Il funzionamento degli impianti di condizionamento industriale è molto semplice: un fluido, generalmente acqua o aria, viene raffreddato per evaporazione di un altro fluido, chiamato refrigerante.

Un impianto si dice VRF quando utilizza gas refrigeranti come vettore energetico, mentre si dice idronico se utilizza l’acqua.
La prima soluzione è fortemente in espansione ed è composta da 4 componenti principali:

  • L’unità esterna.
    Essa contiene il compressore, vero e proprio cuore del sistema, e la batteria di scambio con l’aria esterna;
  • Le unità interne.
    Tra esse rientrano i classici split, e sono dislocate nei vari locali, assicurando la distribuzione dell’aria raffrescata nell’ambiente;
  • Le tubazioni.
    Al loro interno scorre il fluido refrigerante; esse collegano l’unità esterna alle unità interne;
  • I sistemi di controllo.
    Questi permettono di monitorare il funzionamento del sistema e di regolare la temperatura degli ambienti.
    Prevedono inoltre la possibilità di settare diverse modalità, tra cui quella automatica, in allineamento all’industria 4.0.

Tali sistemi di condizionamento industriale devono funzionare efficacemente a prescindere dall’ambiente esterno, e devono garantire il simultaneo controllo di quattro variabili:

  • Temperatura dell’aria;
  • Umidità;
  • Movimento;
  • Qualità dell’aria.

Progettazione impianti di condizionamento industriale


La progettazione degli impianti di condizionamento industriale deve tener conto di alcuni fattori, tra cui:

  • I macchinari e ulteriori impianti (come quello di aspirazione industriale) presenti nello stabilimento e il surriscaldamento che generano durante la loro fase di funzionamento.
  • Il tipo di settore industriale, di merci e materiali trattati.
    Ciascuna tipologia ha infatti bisogno di specifiche temperature; ad esempio, un’impresa manifatturiera che si occupa della lavorazione del vetro e una fabbrica addetta alla produzione alimentare hanno esigenze diverse al riguardo.
    Bisogna quindi avere delle informazioni chiare sulle temperature che si sviluppano all’interno del capannone industriale o della fabbrica.
  • Le dimensioni dello stabilimento che andrà ad ospitare l’impianto.
    Infatti, la progettazione deve soddisfare le specifiche esigenze legate a spazio e metratura.

Per tali motivi risulta opportuno adottare un sistema di condizionamento industriale custom, ovvero personalizzabile in base all’ambiente interno, allo specifico ciclo produttivo e alle particolari esigenze aziendali.

È consigliabile affidare la progettazione degli impianti di condizionamento industriale ad imprese che si occupano non solo della stesura di relazioni tecniche e studi di fattibilità, ma anche dell’individuazione di fattori di risparmio energetico e di piani di ammortamento dell’investimento.

 


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Costo impianto di condizionamento industriale


Il costo di un impianto di condizionamento industriale dipende da vari fattori, tra cui:

  • Il grado di isolamento dell’edificio (se esso è basso, è necessario un impianto più potente, e quindi il prezzo incrementa).
  • Il tipo di combustibile/energia, ed ore/giorni di utilizzo (influiscono sui costi di funzionamento).
  • L’altezza dello stabilimento (quando essa è maggiore è difficile riuscire a termoregolare tutto il volume, e ciò potrebbe richiedere impianti più importanti).

Visti questi ed ulteriori fattori, risulta difficile individuare precisamente un prezzo.
Tuttavia, è possibile affermare che raramente si trovano soluzioni valide inferiori a 1.000 euro.

In ogni caso è bene tener presente che lo Stato italiano ha predisposto delle agevolazioni fiscali sull’installazione di queste apparecchiature.

Visto che il loro corretto utilizzo favorisce un maggiore risparmio energetico, possono rientrare di diritto nelle spese dell’Ecobonus 110%.
Questa detrazione riguarda i lavori sostenuti dal 1° luglio 2020 al 31 dicembre 2022, che dovranno essere regolarmente dichiarati e documentati. Le scadenze sono però variabili.

Inoltre, è possibile ammortizzare la spesa grazie all’incentivo Conto termico 2.0 (che restituisce direttamente sul conto corrente fino al 65% della spesa).

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