Competenze 4.0

competenze 4.0

 

Negli ultimi anni è aumentata la richiesta di competenze digitali al momento dell’assunzione di nuovi lavoratori. Ormai sono una skill essenziale, se è vero che, solamente nell’ultimo anno, c’è stato un aumento in busta paga dell’1,8% per i lavoratori che sono impiegati in questo settore.

Questo dato è un’ulteriore conferma di quanto quello di oggi sia un mondo digitale. I bambini guardano i cartoni animati sul tablet, navigano su smartphone e fanno i compiti al pc. Tutti sanno accendere un computer e hanno navigato almeno una volta su internet. Le competenze digitali sono così diffuse che, forse, già dalla prossima generazione saranno definite semplicemente “competenze”. E saranno date per scontate.

Ma in cosa consistono le competenze digitali e quali sono i percorsi formativi che permettono di apprenderle?

 

Che cosa sono le competenze digitali 4.0

Ultimamente si è diffusa l’espressione “competenze digitali 4.0”, all’interno della quale il numero 4.0 richiama il concetto di “industria 4.0”, che fu utilizzato per la prima volta alla Fiera di Hannover nel 2011. Il numero 4 indica la quarta rivoluzione industriale, che coincide con l’avvento di una produzione industriale del tutto automatizzata e interconnessa.

Inutile negarla, la trasformazione è già in atto. In questo nuovo modo di fare industria, le nuove tecnologie digitali ricoprono un ruolo di primaria importanza, a tal punto che il numero 4.0 all’interno dell’espressione “competenze digitali 4.0” può essere quasi inteso con valore rafforzativo.

Ma che cosa sono le competenze digitali?

Quando utilizziamo questa espressione, ci riferiamo alle conoscenze necessarie per utilizzare con successo tutti i dispositivi digitali, le applicazioni e le reti. Ovvero a tutte quelle abilità che non solo aiutano le persone a comunicare e a collaborare tra loro ovunque si trovino, ma che sono anche indispensabili per sviluppare e condividere contenuti digitali.

Naturalmente non tutti possono avere le stesse conoscenze digitali.
Chi padroneggia quelle basilari è in grado di effettuare ricerche online e inviare email e, probabilmente, ha una conoscenza più o meno approfondita di internet. Chi possiede quelle avanzate ha una conoscenza almeno base dei linguaggi di programmazione e dello sviluppo di siti web e applicazioni, sa come analizzare il business digitale, creare contenuti per il marketing online e interpretare i dati. Le competenze avanzate sono quelle che permettono alle aziende che si occupano di digital marketing, come ad esempio Ediscom, di aiutare altre imprese a farsi conoscere online e, magari, a fare la differenza.

Chi ha conoscenze ancora più approfondite, probabilmente si occupa di manifattura additiva, stampa 3D, comunicazioni e telecomunicazioni, ottimizzazione dell’energia. L’avvento del cosiddetto internet delle cose, l’Internet of Things, estendendo internet al mondo degli oggetti non ha solo aperto a nuove possibilità ma ha anche iniziato a richiedere competenze e abilità sempre più evolute.

 

Le competenze digitali 4.0 nell’epoca post-pandemia

Oggi queste competenze digitali 4.0 hanno assunto una grande importanza, molto superiore rispetto al passato. La pandemia ha impresso ulteriore forza al processo di trasformazione digitale. Non ha solo accelerato il processo di digitalizzazione di imprese e lavoratori; ha cambiato gli stili di vita: oggi quasi tutti facciamo la spesa online e conversiamo su Skype.

Lo smart working è finalmente decollato e la necessità di utilizzare tecnologiche più sicure è diventata impellente.

L’aspetto curioso è che il termine smart working ne richiama un altro. Oggi più nessuno parla di forza lavoro, ma di lavoro intelligente (la traduzione letterale di smart working, ma che poco ha da spartire con il telelavoro), ovvero di lavoro che richiede capacità di analisi, abilità logiche, talvolta perfino la capacità di portare avanti un ragionamento scientifico.

 

Come si coltivano le competenze digitali 4.0

Con la piena affermazione della Trasformazione Digitale e dell’Industria 4.0 è anche necessario insegnare ai lavoratori nuove mansioni per le quali saranno richieste nuove competenze.

Di conseguenza, le aziende che intendono restare competitive sono tenute ad adoperarsi sul reskilling.
Si tratta del processo in base al quale è possibile apprendere modalità di lavoro e professionalità diverse dalle precedenti.

Alcune possibilità per il reskilling sono quelle di assumere dipendenti non solo sulla base delle conoscenze acquisite, ma valutando la loro capacità di apprendere cose nuove, ma anche iniziare a collaborare più strettamente con chi si occupa di formazione della forza lavoro. Altra opzione è quella di ricorrere al reverse mentoring. Vale a dire formare i dipendenti più giovani, che già posseggono una cultura digitale, in modo che siano poi loro a evangelizzare i senior all’interno dell’organizzazione.

Tra le varie opzioni che la tecnologia ci mette a disposizione per lo sviluppo e l’allenamento delle competenze digitali è l’app Digital Journey.

Questa applicazione sfrutta le logiche del micro-apprendimento e dell’apprendimento adattivo per fornire ad ogni utenti percorsi personalizzati, fruibili da smartphone e strutturati in contenuti dalla durata di massimo cinque minuti.

In questo modo gli utenti possono dedicare del tempo per l’apprendimento, selezionare l’intensità più adatta per l’allenamento delle competenze digitali e monitorare costantemente i progressi, e persino confrontarli con quelli dei colleghi, grazie alla strategia della gamification.

Potrebbero interessarti anche...

Avviso sui cookie di WordPress da parte di Real Cookie Banner