Automazione industriale
L’automazione industriale
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Il lavoro nelle fabbriche di produzione non è più lo stesso da oramai moltissimi anni. Certo, gli operai restano sempre sul posto a lavorare per ore e ore al giorno, ma in qualche modo, il loro apporto è stato semplificato dall’avvento delle macchine.
La creazione di queste ultime, può essere definita come una manna dal cielo, sebbene più che esigui operai abbiano perso, nel corso del tempo, il proprio posto di lavoro a causa delle macchine stesse; anche per via delle diverse evoluzione nell’industria, chiamata al secolo in corso “industria 4.0″.
Purtroppo, la mentalità di un ingente numero di imprenditori è fissata sul risparmio eccessivo, non concedendo a un operaio di restare, nel caso possa farne a meno e utilizzare un macchinario in grado di svolgere lo stesso lavoro più velocemente e, soprattutto, “gratis”.
Il fatto è che pur le macchine necessitano di un costo per essere mantenute, senza contare il prezzo di listino che lo stesso imprenditore ha dovuto soddisfare nell’ordine di completarne l’acquisto. I tecnici della manutenzione non operano di certo gratuitamente!
Essendo anch’essi lavoratori, spesso dotati di partita IVA e dunque non appartenenti ad alcun gruppo o società, necessitano di fatturare un certo ammontare che, nella maggior parte dei casi, non corrisponde a una spesa economica!
Alla fine, sarebbe giusto e opportuno integrare il lavoro delle macchine a quello degli operai.
Quando nasce l’automazione industriale?
Rispondere al quesito di cui sopra, non è semplicissimo. Si può dire, tuttavia, che il termine “automazione” sia stato coniato nel 1952; a dirla tutta, prima di essere coniato, fu introdotto -nello stesso anno- da un imprenditore, John Diebold, egli autore di un libro molto famoso che dedicò proprio alla sua visione dell’automazione e della robotica.
All’epoca, non vi erano molte idee sulla costruzioni di macchinari intelligenti; tutto ciò che si ipotizzava a riguardo, proveniva dai film e i romanzi di fantascienza che durante l’epoca riscossero un successo meritato e stanziato su scala globale.
Nello stesso anno, un secondo imprenditore, Del Harder -gestore del settore produzione della Ford- utilizzò lo stesso termine per riferirsi alle macchine che, secondo la sua opinione, avrebbero potuto dare una sostanziosa mano all’uomo nel costruire e assemblare i pezzi di una vettura.
Con tutta tranquillità, è lecito affermare che la paternità del lemma è divisa tra i due uomini. Per quel che concerne i primi sistemi di autorizzazione e relativi, dunque, al concetto di automazione, si ha la conferma della loro costruzione attorno alla seconda metà degli anni 50’ e la prima metà degli anni ’60.
Cos’è e cosa significa “automazione”.
Se dovesse essere data una definizione di automazione a qualcuno non esperto in materia, sarebbe opportuno donarne una priva di lemmi troppo tecnici e/o tanti difficili persino da immaginarne la morfologia. Pertanto, alla domanda:
“Cos’è l’utomazione?”
Basterebbe dire che il vocabolo si riferisce a dei sistemi di controllo che gestiscono macchine e processi, dunque riducendo l’intervento umano o escludendolo completamente. In effetti, una macchina che si autogestisce necessita soltanto di alcuni controlli periodici, sia sulla parte meccanica, che su quella relativa all’intelligenza artificiale. Nel caso di guasti, sarebbe ovvio prendere i necessari provvedimenti al fine di averla nuovamente operativa.
Il significato, invece, riguardando il termine “automazione” trova la sua definizione in molteplici idee, ciascuna delle quali ispirata a un campo preciso. L’automazione viene vista come: sviluppo tecnico, sistema socio-tecnico, un’integrazione vera e propria (per mezzo del lavoro cooperativo tra operai e macchine) tecnologia e sviluppo tecnico.
Tuttavia, è nel 1990, dunque trentuno anni fa, che si è giunti alla determinazione di un significato che comprendesse la totalità dei campi sopracitati.
Ad oggi, per automazione si può intendere (citando testualmente): “un fenomeno di natura tecnologica economica, organizzativa e sociale e ha per oggetto la gestione e l’evoluzione di complessi sistemi tecnico-organizzativi che realizzano processi produttivi di prodotti e/o servizi”.
Tipi di automazione industriale
Attualmente, esistono diversi tipi di automazione. In tutto, ne sono 7, e ognuno di essi prevede dei dettagli ben specifici.
- Automazione generalizzata basata sulla supervisione umana: riguarda tutti quei sistemi di produzione continua, come la cementeria ad esempio. In questo caso, sono gli uomini a sviluppare e a controllare il sistema.
- Automazione parziale: si tratta sempre di un sistema in cui, però, si mischiano sia vecchie che nuove metodiche (un dipendente che lavora al computer, ad esempio) come accade negli uffici doganali.
- Automazione integrale: riguarda le produzioni continue. Un esempio? Chi non ha mai sentito parlare di centrali elettriche e nucleari? Nell’automazione integrale, non si gestisce molto… Vi è, difatti, un incessante e complesso lavoro di manutenzione.
- Computer aids: ricopre un’area individuale e ha una stretta correlazione con il problem solving (riguarda, per l’appunto, un operatore che supporta un cliente da remoto).
- Decision support system: anche questo tipo di automazione ricopre un’area individuale e ha a che fare con lo sviluppo di simulatori in grado di beneficiare del “potere” decisionale.
- Meccanizzazione elettronica di singole apparecchiature: in quest’ambito ci si concentra sulla costruzione e sull’ottimizzazione di macchine a controllo numerico e robot. I lavoratori umani fungono da supporto alle operazioni delle macchine.
- Strumenti di comunicazione: un ambito riguardante la nota posta elettronica, con un conseguente miglioramento delle comunicazioni.
Corsi per automazione industriale
Per tutti gli ingegneri che detengono una certa passione per l’automazione industriale e il suo sviluppo, esistono dei corsi organizzati da alcune società e finalizzati all’ottenimento di un attestato o di una laurea che identifichi lo studente come un approvato esperto del campo, quantunque -ovviamente- privo di esperienza diretta.
Le aziende che progettano di migliorare l’automazione industriale necessitano di profili giovani e pronti a lavorare fin da subito, mettendosi alla prova nella progettazione e nello sviluppo di macchine e intelligenze artificiali.
Conclusioni
Attualmente, l’automazione industriale rappresenta uno spiraglio verso il futuro. La progressione dell’essere umano passerà senz’altro tra le poderose braccia robotiche dell’area, le quali, supportate da intelligenze artificiali sempre più complesse e complete, avranno modo di migliorare ulteriormente la vita dell’uomo, consentendogli di preservare una certa salute e anche un certo spirito.
La strada, tuttavia, sembra ancora lunga e in salita, nonostante i numerosi miglioramenti ottenuti nel corso di pochi anni. Ciò che riserva il futuro, potrebbe essere tutt’altro che il disfacimento della specie umana. Tutto dipende da essa.